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Il Lunedì dell’Inquilino

Moscerino di Giorgia Ciotola


Ho ucciso un moscerino.

Così, in maniera spontanea.

Mi svolazzava intorno, si è poggiato sulla scrivania ed io l’ho spiaccicato con un dito.

Poi l’ho guardato.

Muoveva ancora le zampette ed istintivamente l’ho rischiacciato con il dito…

Ancora si muove ma che cazzo!

Allora ho visto me, ho visto voi, ho visto il mondo. Tutto in quelle zampette che non volevano fermarsi.

È proprio vero che la voglia di volare aumenta quando ti tarpano le ali… Come l’improvvisa voglia di correre quando non l’hai mai fatto in vita tua o la voglia di pisciare quando sai che non la puoi fare!

Ho preso un fazzoletto e l’ho rispiaccicato li dentro, con un sadismo mai avuto, “devi stare fermo!” Ed improvvisamente un gran senso di colpa… In effetti lui non era soggetto a nessun decreto. Ops!

Niente, fermarsi non è contemplato…

Se non ci riesce un moscerino in fin di vita, figurati noi!

Non ce l’hanno proprio montato come optional!

Non ne siamo capaci.

Ma vista la triste fine dell’amico moscerino, io una cosa me la sono chiesta:

chissà se lui per un attimo l’ha pensato… Chissà se ha pensato: “caspiterina, fermarsi, non sarebbe stato poi così male.”



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