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Il Lunedì dell’Inquilino

Latte e Biscotti di Filippo Macchiusi

Giorno di quarantena 34z8K-6.

Ore 11:15.

Il rubinetto gocciola.

Continua a farlo da qualche giorno, ostinatamente.

In maniera quasi spocchiosa direi.

Di solito mi sveglio ed è già tardi.

Ma tardi per cosa poi? Sono chiuso qui da non si sa neanche quanto e per quanto ancora. Eppure è tardi per un sacco di cose che avrei dovuto fare ieri e che mi sono solennemente riproposto di fare oggi.

Tipo riparare il rubinetto.

Con il suo gocciolare beffardo da qualche giorno mi vuole ricordare quello che sono, un procrastinatore, sono nato così e probabilmente morirò come sto vivendo: al di sotto di un piumone e con la spada di Damocle dei piatti da lavare.

Tra l’altro, quelle attuali sono le condizioni migliori in assoluto per mostrare al mondo la mia vera natura, la tendenza alla pigrizia compulsiva.

Ho talmente così tanto tempo che posso addirittura passare le ore a pensare a quanto tempo ho per procrastinare. Un bellissimo paradosso che nella mia distorta concezione delle cose mi autorizza a disprezzare l’adagio “chi ha tempo, non aspetti tempo”.

Ma chi è che l’ha inventato eh?! E che cosa voleva da noi? Noi, l’esercito dei pigri, la legione dei ritardatari, la confraternita del “altri 5 minuti dai”, forse farci sentire in colpa?

Beh ci è riuscito.

Va detto però che ci ho provato eh.

Non mi sono mica arreso subito.

Nossignore.

Come un eroe estremamente romantico avevo provato ad indignarmi e a combattere disperato e con fierezza le insuperabili avversità: avevo iniziato a vedere dei tutorial di idraulici.

Come un eroe estremamente romantico, avevo perso.

Il rubinetto non mancava di ricordarmelo, ogni 2,38 secondi, più o meno il tempo che impiegava ogni goccia a cadere e a produrre il suono che arrivava a far vibrare il mio pigro timpano.

Pigro si, ma va detto anche pignolo a questo punto.

E invece no!

Oggi è un giorno nuovo, un nuovo inizio signori miei!

Oggi mi sono svegliato alle 11:15, prestissimo! (È quasi record eh).

Oggi non mi può fermare nessuno! E il ticchettio gocciolante che prova di nuovo a schernirmi ora sembra solamente un grido di paura.

Lo sa anche lui, che è finita la pacchia, che oggi sono irremovibile, che da ora si diventa produttivi!!!

E nella mia personalissima lista di cose da fare la priorità è zittire l’impertinenza di questo canto monotono, questa ode allo spreco d’acqua.

Troppo a lungo nella mia vita mi sono fatto mettere i piedi in testa, soprattutto dai lavandini.

Questo momento doveva arrivare da tempo.

La mia mente diventa improvvisamente lucidissima e al tempo stesso impaziente, simula e ripercorre ogni passaggio da effettuare, ogni procedura, ogni utensile da impiegare. Calcola milioni di possibili variabili, tutte conducono ad un solo risultato: la mia schiacciante vittoria su un indifeso rubinetto.

È deciso, devo solo prendere coraggio, alzarmi, ed eseguire.

Guardo l’orologio, si sono fatte le 11:23.

Forse, dovrei prima fare colazione.

Filippo Maria Macchiusi



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